AUTOGRAFO DI GABRIELE D'ANNUNZIO COPIOSA LETTERA A RADCLYFFE HALL SCRITTRICE LGBT

Lotto 213

D'ANNUNZIO GABRIELE

Stima: 2.500 - 3.500€

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Lettera di incredibile rarità riferente al quadro biografico del Vate, Gabriele d'Annunzio. Celeberrimo condottiero e politico oltre che poeta e scrittore, d'Annunzio è stato una figura di grande spicco nel panorama letterario e militare del primo '900, regalando all'Italia opere eterne e gloriose imprese militari come l'impresa di Fiume. 

La lettera è scritta su pregiatissima carta di grande formato con il logo dannunziano impresso in alto a sinistra "memento audere semper", ed è corredata da grande busta chiusa con tre sigilli in ceralacca blu. I sigilli recano il celebre motto che d'Annunzio fece suo: "Aut Caesar aut nihil" (o grande o niente),  con al centro la testa di San Francesco.

E' indirizzata alla scrittrice inglese LGBT Radclyffe Hall, molto nota nella prima metà del '900 per aver dato vita e corpo ai primi movimenti lesbici in Europa. Spesso ritratta in abiti maschili, fu molto amica di Gabriele d'Annunzio, come testimoniato da questa importante lettera.

D'Annunzio scrive una toccante missiva ed appella la carissima amica "camrade" (compagna) dicendole che ha scritto il suo nome per intero, con mano ferma ed esatta, come lui aveva saputo scrivere il suo. Le nove grandi pagine sono scritte dalla mano di d'Annunzio con eleganza e fermezza, e sono permeate della grande ed unica poesia che fece di lui "il Vate". Bellissime parole si incatenano l'un l'altra, e d'Annunzio dice all'amica che "è così che, durante la guerra, due combattenti che si incontrano pronunciano il proprio nome più o meno nello stesso momento, ed iniziano a combattere per la prima, e forse l'ultima, volta".

Il Vate dice all'amica che l'ha molto pensata ed inneggia alla loro amicizia scrivendo "Pourquoi donc notre soudaine amitié est déjà si fertile?" (trad. Perché dunque la nostra improvvisa amicizia è già così fertile?). Prosegue poi comunicandole che, sin dai tempi della sua lontana giovinezza, ha la mania di ribattezzare "alle fonti del sogno" le creature di sua predilezione, e pertanto dal giorno precedente per lui Radclyffe sarà Ambrée. D'Annunzio nel coniare questo appellativo per l'amica si ispira ad un'eroina del 1500, una condottiera che si distinse nel liberare la città di Ghent assediata dagli spagnoli, combattendo con grande coraggio tanto da essere celebrata in un poema inglese che il Vate cita a stralci nella lettera, riportando i versi più salienti e più adatti a descrivere l'amica. 

Nell'immaginario del Poeta Radclyffe Hall (Ambrée) assume i panni infatti di una condottiera, considerando le battaglie da lei intraprese per portare allo scoperto ed affermare con foga i diritti del mondo lesbico nella società dei primi del '900. Nel precedere i versi del poema inglese, d'Annunzio si abbandona ad un licenzioso gioco di parole e scrive: "N'etiez-vous pas au Siege de Ghent? Or of Cant?" È interessante notare il passaggio dal francese all'inglese nella stessa frase, e se la prima parte può essere tradotta con: Non eravate forse voi all'assedio di Ghent? (riferendosi a Mary Ambree), nella seconda parte scrive in inglese "or of Cant?" La parola Cant altro non è che la trascrizione della pronuncia della parola inglese "cunt", che identifica in maniera molto forte e colloquiale l'organo sessuale femminile. Essendo la Radclyffe lesbica, questo affiancarla all'assedio della "cunt" è di chiaro sapore dannunziano.

La lettera prosegue con delle informazioni per Lady Thonbridge e si diletta poi a prendere in giro la compagna di Radclyffe, che d'Annunzio etichetta come un "angelo guardiano" che la difende dagli attacchi degli intrusi conosciuti e sconosciuti, che sa dire "AVE" all'Arcangelo Gabriele (certamente lui stesso) senza giglio. D'Annunzio si chiede poi se l'angelo guardiano permetterà loro di avere quello che simpaticamente definisce "un incontro a tre occhi" (ricordiamo che d'Annunzio perse l'occhio destro in un incidente aereo nel 1916). D'Annunzio dice poi che secondo lui l'amica di Ambree fuma delle Abdullah (le sigarette preferite dal Poeta) senza oppio.

D'Annunzio comunica all'amica che unita alla lettera troverà un marmo (non presente nel lotto) con un altro simbolo. "Intra me maneo", Resto dentro di me. Questo motto, uno dei preferiti di d'Annunzio, si riferisce alla tartaruga che si ritira dentro al proprio guscio. Ed è proprio una tartaruga, stavolta di marmo anziché d'argento come di solito, ciò di cui fa dono alla Radclyffe. La tartaruga con inciso il motto Intra me maneo sul guscio è infatti il dono prediletto da d'Annunzio per le persone a lui più care e vicine, siano esse amiche od amanti.

La copiosa lettera termina infine con le seguenti, toccanti e profetiche parole (tradotte dal francese): "Lasciami, Merencolia! Sono un duro vecchio, che non può morire tra due lenzuola. Voglio morire Duca di Ragusa in tre anni (d'Annunzio morirà proprio tre anni dopo). Voglio sorridere nell'inviarvi le età della mia melancolia, ed infine il mio occhio sopravvissuto: l'occhio alato del "Borgne voyant", l'occhio alato dell'Orbo Veggente.

Firmato: Ariel Cocles - Le Victorial, 15 septembre 1934.

Codice articolo: GIGMMAST0522

Data articolo: 15/9/1934

Pagine: 18

Pagine manoscritte: 9

Condizioni: Ottime

Dimensioni: 33x24.5

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